Mio padre, Sergio Zardini
Mio padre Sergio nasce a Cortina d’Ampezzo nel 1931 e cresce nel periodo di sviluppo e crescita di questo paese che raggiunge l’apice con le Olimpiadi Invernali del 1956.
In questo magico periodo, pur lavorando in ambito familiare nell’albergo Cristallo, riesce a coltivare e sviluppare la sua passione per lo sport, che lo porterà a diventare istruttore di tennis, maestro di sci, a disputare qualche partita di hockey e perfino a cimentarsi nel curling, diventando anche campione italiano.
Lo sport tuttavia che condizionerà nel bene e nel male la sua vita è il bob, disciplina che inizia un po’ tardi nella sua vita, ma in cui ben presto rivela il suo talento, affermandosi in campo mondiale.
Vincerà infatti un campionato mondiale nel 1963 e la medaglia d’argento alle Olimpiadi del 1964.
La combinazione dei suoi impegni sportivi e di lavoro lo porta ad accettare il trasferimento suo e della sua famiglia in Canada, dove viene chiamato per dirigere un importante centro turistico ad Avila, vicino a Montreal.
Erano tempi molto diversi da oggi, pensando che pur gareggiando a livello mondiale erano tutti sportivi dilettanti. Dai loro racconti ho saputo che il frenatore di mio padre faceva il panettiere e negli allenamenti, che si tenevano di sera (il ghiaccio allora era naturale), arrivava ancora con il grembiule addosso, si metteva la giacca a vento, faceva due discese e tornava di corsa al lavoro.
Così nel 1963 io e mia sorella con mamma Dolores partiamo per l’America dove ci trasferiamo a Montreal in un quartiere italiano. Il cambiamento di vita è notevole, mi sono rimasti impressi alcuni ricordi tra cui la cucina, che già in quegli anni era molto grande (a differenza delle cucine italiane) e nella quale spesso io e mia sorella ci nascondevamo per gioco, tanto che in una occasione mia sorella si nascose talmente bene in una dispensa, dietro le pentole, che mia mamma dovette chiamare la polizia.
Un altro ricordo impresso nella mia memoria riguarda le automobili che erano enormi e già a quel tempo disponevano degli alzacristalli elettrici.
La nostra vita dunque si svolgeva in città durante l’estate e ad Avila in inverno, dove andavamo a sciare e con lo slittino e la neve scendeva così copiosa che spesso copriva quasi totalmente la porta della casetta dove abitavamo, costringendo papà a chiamare qualcuno per sgomberare la massa di neve che ci bloccava la via d’uscita.
In questo periodo papà continua ad allenarsi ed a correre fino ad aggiudicarsi a Lake Placid il trofeo Diamond, la più prestigiosa gara di bob degli Stati Uniti e diventare così uno degli sportivi italiani più conosciuti ed apprezzati di tutto il Canada, tanto da ricevere una lettera di congratulazioni del primo ministro canadese e di venire incoronato “Re dell’inverno”, insieme ad una famosa pattinatrice, Carolyn Press.
Questo sport che tanto amava lo ha portato via troppo presto. Proprio a Lake Placid, nel febbraio del 1966, un incidente interrompe la sua meravigliosa vita a 35 anni, lasciando i due figli di 4 e 3 anni ed una giovane moglie.
Io con mia sorella e mia madre tornammo così in Italia, per raccoglierci intorno alla nostra famiglia e cercare di continuare la nostra vita.
Ma questa è un’altra storia…
Alessandro Zardini
(Articolo per il trimestrale del Gruppo Alpini di Salce – Col Maòr n. 1 del 2015)
Grazie tanto del bel ricordo del Papà. Io sto pubblicando le memorie di mio papà ed ho trovato una foto senza dati in cui uno dei premiati al curling mi sembra Suo papà. Se mi da’ la mail o il telefono con whatsapp gliela mando. Mio papà era il dott Fracassin, anche lui campione italiano. Grazie saluti Donatella Serafini Fracassini
Grazie tanto del bel ricordo del Papà. Io sto pubblicando le memorie di mio papà ed ho trovato una foto senza dati in cui uno dei premiati al curling mi sembra Suo papà. Se mi da’ la mail o il telefono con whatsapp liela mando. Mio papà era il dott Fracassin,,anche lui campione italiano. Grazie saluti Donatella Serafini Fracassini